Scorci di Paradiso
Chi di noi non ha sognato, pensato, desiderato, un luogo o uno stato dell’anima o una condizione dove ogni intima necessità del nostro essere trova piena soddisfazione? Sia esso giardino della primordiale origine umana o eden celeste per chi crede e pratica giustizia e amore, oppure mera utopia del nostro divenire storico, un Paradiso, comunque, serve a tutti per vivere. E non si devono tralasciare neppure quelli artificiali o surrogati della civiltà dei consumi. Del resto, diceva Lord Byron “Ognuno è incline a credere in ciò che desidera, da un biglietto della loteria ad un passaporto per il paradiso”.
Quest’anno per “Mezzo minuto di racoglimento” sette artiste, provenienti da diverse culture e nazioni si sono unite, ispirate e creativamente cimentate su questo luogo o non-luogo utopico, dentro o fuori dal tempo e dallo spazio, proiettando in esso, a prescindere dal soggettivo credo religioso, piacevolezza, bellezza, amore e affettività, indagando e rappresentando il proprio paradiso nelle forme più diverse.
Chi come Jorjelina Alesandrelli, prendendo le mosse dal dato floreale dell’immaginario paradisiaco dove ogni petali diviene forma astratta di un sinestetico gioco tra micro e macrocosmo, oppure come Laetitia Autrand che percepisce il Paradiso non necessariamente proittato nel futuro, ma nel rispetto per l’ordine armonico del nostro pianeta. Le opere di Lisa Carminati colgono invece principamente la spazialità senza ostacoli di edeniche creature che volano e che nuotano, mentre in Ira Herzog le foglie di un meraviglioso giardino terrestre sono messaggi esistenziali. Il dato inconfondibile della persona e dell’opera di Mami Kawai è sicuramente la levità, la leggrezza armonica che è una condizione dell’essere e del fare, del passato e del divenire, scelto e selezionato come i fili dei suoi intrecci e orditi. E poi Marilù Manzini che ci sorprende con la sua idea di paradiso, intrinsecamente unita al concetto di maternità espresso nel suggestivo bagliore di un parto cosmico. Paola Pietrogrande che col suo approccio “affettivo”ci conduce nell’hortus conclusus del suo paradiso dove troverebbero ben piantati i supremi valori dell’amicizia, della concordia, della relazione famigliare, della maternità, dell’amata musica, del gioco.
Laetitia Autrand
L’immaginazione è la “regina di tutte le facoltà dell’anima”, aveva scritto Beaudelaire. Associata al mondo dei sogni, l’immaginazione può raggiungere una forma molto idealizzata di benessere, di gioia, speranza senza fine… di Paradiso! Un Aldilà o un futuro idilico e fantastico. Eppure, forse, il nostro Paradiso è sotto i nostri occhi che svanisce per le nostre inclinazioni distruttrice e consomatrici. La sintonia e armonia della natura col mondo animale: non potrebbe essere proprio questa la porta verso un Paradiso che rischia di essere perduto? Laetitia Autrand, artista francese assai sensibile allo spirito di “Mezzo minuto”, ha desiderato materializzare questi suoi pensieri con una scala e un’agave che s’innalzanno verso il cielo: la scala dei desideri e la pianta simbolo dell’ultima, vertiginosa, esiziale fioritura.
Cosimo Mero