Donna Mediatrice Multiculturale
La vicenda artistica di Laetitia Autrand parte da una lunga premessa preparatoria che va dagli studi giovanili fino alle recenti partecipazioni ad alcune mostre allestite presso l’Antico Oratorio della Passione di S. Ambrogio a Milano. Originaria di Tolone nel sud della Francia, da più di dieci anni vive in Italia alternando il suo ruolo di madre e di moglie con quello dell’artista sensibile e capace di ispirarsi al mondo delle cose semplici e vere
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Donna Mediatrice Multiculturale

Antico Oratorio della Passione di Sant’Ambrogio Milano

Gennaio 2013

“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sue testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista”.

E il punto di partenza per comprendere un’opera, per intendere quali e quanti elementi riferibili al”cuore”, se riconosciamo valido questo aforisma, sono presenti in un’opera. C’è, però, anche da chiedersi cosa s’intende per ”cuore”, una parola e un simbolo fin troppo usati per tralasciare un possibile e certamente non esaustivo significato. A noi sembra che questo centro irradiante e propulsivo della vita lo intendono molto bene e molto meglio le donne a qualsiasi ceto sociale, latitudine, popolo o religione appartengano. Ed un po’ anche la scommessa di questa mostra dedicata alla donna come Mediatrice Multiculturale. Forse è solo l’inizio di un’avventura che potr avere interessanti risvolti e che ci permetter di cogliere, grazie all’opera di alcune artiste, alcuni tratti distintivi dell’essere donna in questo caotico momento della storia umana. Lasciamo dunque alle donne l’impegno e l’onere di parlare di se stessa, noi uomini, nel senso di maschi, avremo cura di ascoltarle davvero. Quest’anno da quelle che si son messe in gioco per prime.

Laetitia Autrand, pittrice di sicuro talento e ricca di sensibilità per questa occasione ha voluto cercare nei paesaggi della sua memoria la donna mediatrice tra il suo io e l’intero genere femminile. La sua donna per eccellenza si chiama Aicha, marocchina di Rabat. Aicha è il nome di una presenza ed essenza familiare che ha lasciato in Laetitia un’impronta d’amore indelebili. L’Altro, il Diverso da sé, il Nomade, il Migrante che sbuca dal deserto, con la sua carovana di memorie e di tradizioni, Aicha è la figura inscritta nell’anima dell’artista che ne conserva i segni, scarni, in alcuni tratti ricchi di umanità anche tragica, che il tempo, come il gesso o il pastello sui quadri, vorrebbe sottrarre, ricondurre all’oblio. Ma Aicha, sebbene non più esistente nel tempo presente, ormai fa parte di quello eterno dello spirito di Laetitia Autrand che ha voluto in questa sua collezione di opere renderle omaggio con imperituro affetto e immensa gratitudine. E forse solo Laetitia sa davvero chi è Aicha, ora che è partita per sempre e sta nel cuore di Allah. In memoria di Aicha: tecnica mista di olio, carboncino, pigmenti naturali, cera.

Cosimo Mero

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2013
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Donna Mediatrice Multiculturale, Laetitia Autrand, Mostra di pittura