Dal 02 al 10 febbraio 2019
070 Art Gallery
Il Dado d’Arte
Quartu Sant’Elena – Sardegna
La realtà.
Ma quale Realtà?
Quella del pittore, del fotografo, dell’osservatore…?
Ma perché rappresentare la realtà?
Si può?
A che scopo?
Che senso ha rappresentarla visto che l’abbiamo già sotto i nostri occhi, che senso ha ricopiare la realtà già cosi com’è, per un pittore, forse per aggiungere qualcosa in più?
Cosa c’è di più soggettivo che il termine realtà?
Ognuno ha la sua visione delle cose e vede diversamente un oggetto, una persona, un paesaggio… e pensa a suo modo un concetto, una situazione, un’ideologia…
Uno stesso momento nello stesso luogo sarà vissuto e visto diversamente da ognuno di noi.
Forse più che nessuno altro, il pittore è lontano della realtà, sarà la rappresentazione della sua realtà impregnata di emozione, di irrazionalità, di rancore, di violenza, di denuncia, di pregiudizio, di saggezza, di leggerezza, di umorismo…
Ognuno ha la sua realtà che diventa artefatta per gli altri, come la realtà degli altri sarà quasi sempre artefatta per noi stessi.
L’unica possibilità di convergere verso una realtà condivisa tra artista e spettatore è forse quando entra in gioco un’emozione e un’estetica compressa dall’osservatore che guarda questa rappresentazione della realtà, però rimane sempre la rappresentazione di una realtà tra tante altre…
Concretamente, vorrei illustrare questo tema con due lavori nei quali ho utilizzato la carta come modo di espressione, la carta raccolta dai sacchetti del tè.
“Trasparenze”, Carta su Tela e filo di ferro, 60×60 cm, 2019.
Attraverso questo lavoro, si vedono certe cose, quali?
Una pianta, un fiore, un albero, un pezzo di ferro sagomato…o niente di tutto questo?
“Colline al crepuscolo”, Carta su tela, 60×60 cm, 2019.
Un paesaggio o un assemblaggio di pezzi di carta?